I brevissimi 2024 – La meraviglia dell’inverno, Chiara Crespo_Villar Pellice(TO)
Anno 2024 (Le stagioni: Inverno) – finalista
Fu il silenzio a svegliarla.
La bimba è inondata da un candido bagliore e da suoni ovattati. Stordita scende dal letto e
raggiunge la finestra. Ciò che vede la riempie di gioia.
Neve!
Una bianca coltre ricopre prati, alberi ed il vialetto. Ha aspettato dieci lunghe estati per ammirare
quel magico spettacolo di cui aveva solo sentito parlare.
Si veste e scende le scale ruzzolando per la fretta.
“Mamma! Hai visto fuori?” ma la madre non c’è, la colazione è preparata. Il caminetto è già acceso
ed un caldo tepore invade la casa. La bimba siede a tavola ma è distratta dal bianco paesaggio.
“La mamma non vuole che esca, dice che è pericoloso”. Ma più guarda fuori più si convince che
non si sarebbe arrabbiata se fosse uscita per poco.
Afferra il suo cappotto e la sua sciarpa. Apre la porta e fa i suoi primi passi verso l’ignoto.
Il sole brilla riflettendo i suoi raggi sui cristalli ghiacciati. La neve soffice fa affondare gli stivaletti
della bimba lasciando delle orme.
Sente i sussurri del vento che scuotono gli alberi e i pochi steli d’erba superstiti. Sembrano
chiamarla per nome. Le accarezzano i capelli invitandola a seguirli. Fa un passo e poi un’altro ed in
poco tempo si allontana dai confini conosciuti.
Deve aver camminato per secoli a giudicare dall’intorpidimento di mani e piedi. É ora di tornare.
Si volta e… si rende conto di essersi persa. Non vede più il tetto rosso e la staccionata bianca di
casa, ma solo una distesa sconfinata di neve. La paura la morde.
Corre più veloce che può. “Aiuto! Qualcuno mi aiuti!” grida “mi sono persa!” ma nessuno viene in
suo soccorso. La voce diventa sempre più roca e le grida sempre più deboli.
Piange.
Non riesce più a distinguere il sentiero. Tutto è bianco intorno a lei, un bianco accecante e
vertiginoso. Il suolo e il cielo sono bianchi, così come gli alberi. Cade in ginocchio, esausta. “Vi
prego, aiutatemi” sussurra “mamma, dove sei? Mi dispiace tanto di non averti ascoltata, ma ora
voglio tornare a casa”.
“Perché piangi?” una voce gentile rompe i suoi singhiozzi. È una creatura dal pelo morbido, un
corpicino sottile ed allungato, due occhi tondi e scuri. Si sporge verso l’alto come una sentinella.
“Chi sei?”chiede la bimba
“Non importa chi sono, importa chi sei tu. Perchè piangi?” lei non capisce ma risponde lo stesso,
“Ho paura”
“Di cosa?”
“Di tutto! Voglio andare a casa”
“Non c’è ne bisogno ”
“Tu non hai paura?”
“Certo che sì, ma non lascio che mi impedisca di vedere la meraviglia del mondo. Vieni”.
La fanciulla rincorse la creatura. “Cosa sei?” chiese “Un ermellino ed una Guida”.
“Chiudi gli occhi” dice “e ascolta”
“Non sento niente” “Sicura?”
“Sento i fruscii delle foglie e del vento” ma presto, essi, si trasformarono in sussurri e poi in voci.
Chiamano il suo nome “chi sono?”
“Madre Natura che chiama i suoi piccoli,vuole che escano dalla tana”
“Ma non è pericoloso? Andare da soli intendo”
“Certo che lo è, ma è ciò che fa una buona mamma, gli incoraggia ad affrontare il mondo, nel bene
e nel male”.
Il silenzio è presto rotto da passi pesanti, grida soffocate e rabbiose. Un brivido corre lungo la
schiena della bimba.
“Corri!”
Bam! Bam! Bam!
“Cacciatori!”
“Cosa?!” il cuore le scoppia ma continua a correre.
Boom! E torna la quiete.
La neve si tinge di rosso. La Guida è riversa in una pozza di sangue.
“No…” Dolore. Sofferenza. Lacrime.
“Non essere triste, la morte arriva per tutti. D’ora in poi dovrai cavartela da sola. Sii coraggiosa”
La bimba cerca la voce famigliare senza trovarla.
“Non andare! Non voglio che tu muoia, è ingiusto!”
“La vita non è giusta”
Silenzio.
Riprende a camminare con il cuore pesante. Poi i suoi occhi s’illuminano di gioia. La luna si riflette
su un lago ghiacciato, brillando. Le stelle scintillano.
“Ora ho capito. Ciò che ci rende umani è lasciare che accada tutto: bellezza e terrore, senza privarci
di nulla. Solo così si può crescere.
Sorride e si lascia cadere nel lago.
Quella bimba non sarebbe tornata a casa né quella notte né mai. Nessuno si accorgerà della sua
scomparsa.
“Non ho più paura”.