La scrittura rende tangibili i nostri pensieri e li porta alla luce, gli conferisce valore ai nostri occhi e agli occhi degli altri
_di Eleonora Centonze_
Carolina, mia figlia, quattro anni appena compiuti, continua a chiedermi, ormai da un pezzo, di imparare a scrivere. Da grande sostenitrice dell’infanzia, come fase della vita propedeutica e determinante per il resto dei nostri giorni… non credo di essere una di quelle mamme che farebbero di tutto purchè i figli, sotto le vesti di “prodigi”, imparino a fare le cose prima del tempo. Vorrei che godesse e vivesse la meraviglia della sua età, senza forzature. Lei, per esempio, adora disegnare. Abbiamo allestito e dismesso vere e proprie pinacoteche nella nostra casa, dalle porte, al frigorifero, alle pareti. Lo fa sempre con passione ma, in questo momento, Carolina sembra che sia straordinariamente affascinata dalle parole, dalla loro composizione, dalla combinazione delle lettere che producono suoni.
E cosi “Mamma, come si scrive ALBERO?” “… e Cara Maria vorrei invitarti a casa mia?” “e…Mamma ti voglio bene?”. Una continua richiesta di riproduzione di pensieri… richieste…messaggi… o semplicemente… una trascrizione del mondo… dei suoi contenuti.
Intere lavagnette pieni di nomi di animali tant’è che un giorno, avendone postato una foto sulla mia bacheca di facebook, con la lista di…VITELLO, CAVALLO, MAIALE, AGNELLO… la mia cara amica Agnese commentò: state scrivendo un cartello per una macelleria?
Ed intanto… Carolina continua a riportare, a ricopiare, a voler ascoltare il suono di parole di ogni sorta.
Mi verrebbe da chiederle perché, a quattro anni, ci sia il bisogno di scrivere… di imparare a farlo. Perché sia necessario arrabbiarsi se si scrive una combinazione disordinata di lettere e al momento della lettura si vede che non è stato riportato quello che avrebbe voluto?
Credo semplicemente… che Carolina abbia iniziato a conoscere…l a magia della scrittura.
La combinazione fantastica ed infinita di lettere… con la quale… possiamo trascrivere e lasciare indelebili i nostri pensieri, con la quale possiamo imprimere un’emozione… e condividerla con gli altri… chiaramente… e diversamente dal disegno, soggetto ad un’interpretazione più libera, spesso discordante dal fine di chi l’ha realizzato.
La scrittura rende tangibili… i nostri pensieri… li porta alla luce, gli conferisce valore, ai nostri occhi e agli occhi degli altri. E permette ad essi di circolare… al di là della nostra presenza, di viaggiare attraverso lo spazio ed il tempo, impressi su carta, video e qualsiasi altro supporto riesca ad ospitare parole. La scrittura è espressione della nostra anima, del nostro sentire, della nostra più intima personalità. In ogni parola e scelta di stile… noi ci presentiamo al mondo… rendiamo accessibile una parte di noi… permettendo a chi ci legge di riconoscerci.
Ecco perché credo nel bisogno di scrivere, nell’intimo bisogno innato di farlo, come necessità umana di condividere e socializzare pensieri. Ecco perché la scrittura rende visibili anche i pensieri più timidi, quelli più insicuri ed acerbi, quelli non sufficientemente estroversi da essere espressi tramite la voce, ma non per questo meno importanti.
Che sia esperta… ricercata o semplice ed immediata, la scrittura regala un’opportunità di libertà, ci conferisce il dono dell’espressione dell’anima, ci mette in sinergia con la parte più intima di noi e con chi decide di condividerci.
Questo bisogno, probabilmente, si cela dietro le richieste di una bambina di quattro anni: manifestare la propria bellezza, la propria unicità attraverso la miscela di lettere e suoni.
Riconoscere i propri messaggi più intimi e saperli tradurre. Lasciare il proprio segno nell’universo.
Credo che il grande merito del Premio Energheia sia rinchiuso in questo: offrire questa opportunità di riconoscimento di se stessi prima… e di espressione, poi.
La scrittura che inizi per curiosità, per gioco… o per bisogno, si traduce sempre in una grande ricchezza, per sé e per gli altri. In questi anni sono stati tanti i germogli consegnati…e quelli nutriti. Qualcuno, grazie al Premio, ha scoperto una parte di sé che non conosceva. Qualcuno ne ha usato i toni semplici ed autentici per coltivare una propria vera passione. Qualcuno è riuscito a diffondere a larga scala il proprio messaggio. Qualcuno ne ha tratto un appagamento intimo e personale.
La scrittura segue percorsi diversi, si sa, ma il merito del Premio sta nel consegnare un’opportunità di partenza e cammino a chiunque, intimamente, ne abbia bisogno.