L’orologiaio antirazzista di Abraham Lincoln
di Roberto VACCA
“O Capitano – mio Capitano,
il premio cercato è vinto, il porto è vicino,
sento le campane, tutta la gente esulta.”
Scriveva Walt Whitman nel 1865, poco dopo l’assassinio del Presidente Abraham Lincoln. La poesia è citata spesso e molti ne ricordano almeno il primo verso perché è ripetuta nel film “L’attimo fuggente” con Robin Williams.
Nei versi seguenti chiama Lincoln “caro padre”, gli dice che le campane, bandiere e trombe sono per lui. “Esultate rive e suonate campane! – ma io triste cammino sul ponte ove il mio Capitano caduto giace freddo e morto,”
Quell’omone di Lincoln evocò sentimenti di ammirazione vasti e non solo fra i poeti. Quattro anni prima (nel 1861) aveva portato a riparare il suo grosso orologio d’oro da tasca, comprato da George Chatterton a Springfield, Ill. . L’orologiaio Jonathan Dillon, un immigrato irlandese, pubblicò sul New York Times nel 1906 – 45 anni dopo – i suoi ricordi di quel fatto:
“Stavo riavvitando il quadrante dell’orologio del Presidente Lincoln, quando mi portarono la notizia entusiasmante che i Sudisti avevano aperto il fuoco contro una fortificazione dell’Unione. Incisi subito all’interno dell’orologio: ‘Il primo cannone ha sparato. La schiavitù è morta. Grazie a Dio abbiamo un buon Presidente che, almeno, ci proverà.’ ”
Lincoln non seppe mai di quella scritta. Si portò dietro il suo cipollone d’oro per i quattro anni della Guerra di Secessione e fu assassinato un mese prima dell’ultima battaglia.
Soltanto nel 2008, Douglas Stiles, il trisnipote di Dillon ritrovò l’intervista del 1906 al suo antenato. Appassionato di storia e membro dello Smithsonian Council for American History, fece lunghe ricerche e ritrovò l’orologio di Lincoln conservato nel Museo Smithsonian. Lo strumento fu aperto, con una cerimonia formale, e si vide che la scritta era leggermente diversa da come la ricordasse l’autore un secolo prima. Diceva:
Jonathan Dillon
April 13-1861 Fort Sumpter was attacked by the rebels
Thank God we have a government
Come si vede dall’immagine, l’orologio fu sottoposto a un’altro intervento di manutenzione nel 1864. Reca anche una firma “Jeff Davis”, difficile da interpretare. Infatti Jeff Davis (che era stato Segretario di Stato degli Stati Uniti) fu Presidente degli Stati Confederati del Sud dal 1861 al 1865. Taluno ha suggerito che questa firma chiaramente apocrifa sia stata apposta da altro orologiaio di sentimenti Sudisti per bilanciare le parole di Dillon. Così Lincoln avrebbe portato addosso, senza saperlo, il nome del suo avversario.
Questa storia ha dato lo spunto al giovane scrittore di Albany, Giacomo Calabria (che si firma Iacopo Della Quercia) per un suo thriller: The Great Abraham Lincoln Pocket Watch Conspiracy.(2014) [“La grande congiura dell’orologio da tasca di Abraham Lincoln”]. Il personaggio principale è una versione moderna, misteriosa, ad alta tecnologia di quell’orologio. Appaiono anche: Robert Lincoln, scienziato figlio di Abraham, il Presidente Taft, lo scienziato serbo Nikola Tesla, russi ed extraterrestri con oscure attività in Alaska e altre dozzine di personaggi veri e inventati.