Madre. Mater. Matera di Vincenzo Di Francesco, Guidonia_Montecelio(Rm)
Non è un caso forse che nel toponimo “Matera” vi sia racchiusa la parola “madre”. Perché è proprio come una madre che Matera sa accoglierti. Appena arrivi ti senti subito a tuo agio. Ti senti a casa.
Percepisci negli spazi, nelle persone, persino nelle ruvide pietre, una specie di calore familiare, una certa confidenza che ti fa sentire come se appartenessi a quella terra da sempre. Come se avessi vissuto lì per anni pur essendo la prima volta che la visiti.
E ogni volta che te ne vai avverti immancabilmente la sensazione che ti stia lasciando dietro qualcosa. Senti che una parte di te continua a restare lì. Tra i vicoli, tra le scalinate, i palazzi, scolpita nei Sassi. Senti che continua a sopravvivere nei sapori autentici dei piatti impregnati di tradizione.
È per questo che quando ritorni sembra che non te ne sia mai andato. Tutto quello che lasci lo ritrovi. Lo ritrovi migliore, più saggio, ma mai invecchiato.
La prima volta che sono stato a Matera è stata nel 2014, proprio in occasione del “Premio Energheia” poiché ero tra i vincitori della sezione “ I Brevissimi”. E ormai sono tre anni che nel mese di settembre, sempre in occasione e per “colpa” del “Premio Energheia”, mi ritrovo a tornare e a vivere la città. Un ritorno che non delude mai e che dopo tre anni ha veramente il sapore di un ritorno a casa.
Una casa dove ritrovo la compagnia di quei luoghi e di quelle persone che ormai sono diventate un radicato punto di riferimento.
Alla gente, come alla città, non importa dove sei stato, da quanto tempo l’hai lasciati o se non sei mai andato a trovarli. Non fanno mai domande quando arrivi. Gli importa soltanto che tu sia tornato. E quando li vedi, non senti altro che il loro sincero ed accogliente abbraccio. Un abbraccio che sa incredibilmente di madre.