Un Premio psicanalitico
_di Mario Ventrelli_Vincitore Premio Energheia 2014.
Quasi vent’anni e lunghi e tormentati fiumi d’inchiostro separano “Jack lo Squartato” da “La Madonna dell’Iperuranio”, le due elucubrazioni con le quali ho accarezzato questo suggestivo e, diciamo così, psicanalitico Premio. Perché psicanalitico? Secondo uno scrittore americano, “la scrittura è una forma socialmente accettabile di schizofrenia”.
Per certi versi mi trovo d’accordo con questa definizione e mi piace molto pensare al Premio Energheia, nell’arco dei suoi vent’anni di vita, come ad un virtuale lettino da psicanalista sul quale si sono stesi per raccontare le loro storie, migliaia di aspiranti scrittori, con tanto di personaggi controversi, intrecci machiavellici e sogni irrisolti al seguito, seduti stretti stretti come su un tram all’ora di punta.
A prendere appunti, due signori in camice bianco: Eustachio Antezza e Felice Lisanti. Ed io li ringrazio, loro e tutto il gruppo di volontari di Energheia, per aver aiutato me, e tutti gli altri sognatori come me, a scandagliarci dentro, a scandagliare nei nostri abissi senza paura di farci del male. “… e se tu guarderai a lungo in un abisso, anche l’abisso vorrà guardare dentro di te”, scriveva Friedrich Nietzsche.
Sperando di non finire i nostri giorni in camicia di forza, auguro a tutti di continuare a scrivere e, al Premio Energheia, di continuare a tirare a lucido il lettino, magari allargandolo anche un po’… perché tra autori e relativi personaggi al guinzaglio, fuori dalla porta la coda è molto lunga!