di Michele Morelli
Lampedusa, 3 ottobre 2013: in un naufragio al largo dell’isola perdono la vita 368 persone. Bambini, donne e uomini che cercavano di raggiungere l’Europa nel disperato tentativo di trovare sicurezza e futuro.
Dal 2016 il 3 ottobre è diventato la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, in virtù della legge 45/2016. La ricorrenza è stata istituita per ricordare e commemorare tutte le vittime dell’immigrazione e promuovere iniziative di sensibilizzazione e solidarietà.
A seguito della tragedia, tutti i rappresentanti delle istituzioni si recarono lì per dire mai più. Davanti a quelle bare fu assunto il solenne impegno a cambiare e modificare le politiche dell’immigrazione europee e italiane. Purtroppo, da allora ci sono state molte altre vittime.
L’approvazione della legge per l’istituzione di questa giornata rappresenta, quindi, tutt’altro che un passaggio puramente retorico, essendo un modo per ricordare a tutti noi i valori dell’accoglienza e rappresentando un monito e l’assunzione di un impegno per affrontare temi assolutamente urgenti sia per il nostro Paese, che per le politiche europee.
La legge fu approvata a maggioranza, per capire quali furono le ragioni del si e del no dei partiti presenti in parlamento basta leggere il resoconto degli atti parlamentari e in particolare gli interventi dei senatori Crimi (M5S), Calderoli (Lega), Giovanardi (PpI), D’Ali (FI), contrari, e dei senatori De Pretis (Sel) e Lo Moro (PD) favorevoli.
Ma, aldilà di chi la votò, la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza è legge dello Stato e tutte le istituzioni (comprese quelle locali) dovrebbero promuoverla, così come si fa per altre ricorrenze (il 27 gennaio la giornata della Shoah, il 3 febbraio la giornata della memoria per ricordare la tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, il 20 giugno la giornata internazionale del rifugiato …).
Da allora le politiche sui temi dell’immigrazione e per una società più inclusiva sono peggiorate. Con l’approvazione dei decreti sicurezza abbiamo reso invisibili centinaia di migliaia di cittadini extracomunitari. Non sono mancati, in questi ultimi anni, attacchi diretti alle organizzazioni non governative accusate di immigrazione clandestina, ministri della repubblica che hanno definito le Ong “taxi del mare”.
Tutto fermo, anche sul fronte dell’approvazione della proposta di legge sullo “ius soli”, e ciò della possibilità che il nostro paese riconosca (finalmente) la cittadinanza in conseguenza del fatto di essere nati sul nostro territorio indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori.
Il tempo minimo per ottenere la cittadinanza italiana per migliaia di giovani che nascono, crescono e studiano in Italia è 4 anni dalla maggiore età ( 22 anni) .
Sbaglia chi pensa che questi temi non ci riguardano e che non hanno a che fare con le politiche locali.
Matera Non Dimentica: un fiore per ricordare le vittime dell’immigrazione e chiedere di cancellare i Decreti Sicurezza e approvare la legge sullo “Ius soli”.