Omaggio a un grande uomo: David Bowie.
Che tu sia Maledetto David e che sia maledetta questa giornata.
Non poteva essere architettata in maniera più ingegnosa.
Che tu sia Maledetto David.
Non avrei mai immaginato di subìre con tale violenza la scomparsa di qualcuno mai conosciuto. Una violenza fisica ed immotivatamente psichica.
Cerco vorticosamente le ragioni di tutto ciò ma mi basta poco.
Che tu sia Maledetto David.
Ricordo il luglio 2006 quando in radio informano della morte del mio “preferito” Syd Barrett. Un sincero dispiacere mi avvolse ma Syd era fuori dal giro da tanto tempo, dopo 150 Km ascoltavo SYd compiaciuto per la sua “liberazione”. Questa volta no.
Che tu sia maledetto David.
Sabato mattina ritiravo il tuo ultimo lavoro, l’ho accarezzato, annusato e ispezionato solo dopo essermi accertato di avere le mani pulite.
Ho aspettato che tutti uscissero di casa. Cercavo di decifrare i suoni, la tua voce, le contaminazioni.
Che tu sia Maledetto David.
Gli indizi erano chiari. Il compact Nero, il booklet Nero con le Liriche “incise” in nero. Nero su nero. La title track che dura 10 minuti, fuori dalla portata di qualsiasi radio. Il Testo di Lazarus, inquietante.
Che tu sia Maledetto David
Cerco vorticosamente le ragioni di tutto ciò ma mi basta poco.
Natale 1979, un ragazzino di quindici anni si siede sulle scale di un portone asfissiato dagli ormoni adolescenziali pensando che tutto gli girava deliberatamente contro, famiglia, amici, ragazza. Il suono che usciva da quella finestra, quel suono. Non conoscevo l’inglese ma riuscivo a capire che tu stavi chiedendo se C’è Vita su Marte. Ho alzato la testa.
Che tu sia Maledetto David
Ho alzato la testa e tu con la tua musica non mi hai più lasciato. Mi hai sfiancato in letture per un ragazzino immaginifiche, mi hai detto che esistono i gay, le prostitute e un sistema conformato su modelli arcaici e bigotti. Mi hai accompagnato in tutti i momenti che avessero un senso e lo Starman che canti, ti GIURO, io l’ho cercato disperatamente.
Potevi tranquillamente goderti la tua fottutissima malattia senza insinuarti con 2 perle negli ultimi tre anni. Potevi ignorarci, hai avuto tutto e tutti. In fondo potevi andartene anche prima. Invece no.
Che tu sia Maledetto David
Mi hai dato un orizzonte, una speranza. Se il rock mi salva la vita tutti i giorni, tu dovevi prenderti le tue responsabilità. L’orizzonte di un tour, la speranza di rivedere il Major Tom mio fedele amico da oltre 30 anni.
Che tu sia Maledetto David, volevo dirtelo con la rabbia di chi non ha avuto il tempo di rendersi conto che una parte della colonna sonora della propria vita finisce oggi.