Parole bruciate, Gianluigi Trevisi
Giuria Premio Nuvole di Energheia 2022
Sicuramente pochi, e quei pochi non delle nostre parti, si sarebbero aspettati di piombare in una situazione così complicata.
La guerra si sa è ossigeno, pil per coloro che si credono i padroni del mondo. Fa piacere vedere che in questi fumetti l’odore della polvere da sparo, o meglio del tritolo si senta poco. Si avverte l’ottimismo della sacrosanta incoscienza dell’essere giovani. Per un po’ di generazioni a questa parte la fretta di vivere non consente distrazioni ad un certo punto della vita.
L’informazione, quel flusso di pseudo fatti e pseudo notizie agisce come attak sulle palpebre, verità e realtà un orpello inutile. In questi fumetti però resta, come schizzata fuori da un inconscio, anch’esso con implicazioni virtuali, una sorta di lieve, ma insinuante malinconia.
Questi radar fatti di matite, colori e photoshop riescono a raccogliere in lontananza il fottuto disimpegno dell’umanità nei propri confronti. Un fastidio, solo un piccolo cattivo odore molto diverso da quello della canzone di Gaber. Certamente nessuno dirà “vuoi vedere che sono io”.
Una ragazza poggiata su uno scoglio sta leggendo racconti di futuri senza futuro, noi ci siamo addormentati su nuvole arse e forse non ci siamo più svegliati.