L'angolo dello scrittore

Percezione distorta del tempo.

_di  Roberto Vacca.

 

csmeraldaDujardin sentì dei rumori che venivano dalla sua camera. Come se qualcuno percuotesse il materasso. Andò a vedere: Anna, la sua governante, aveva disfatto il letto e aveva in mano un battipanni. Gli chiese:

“Già in piedi, Avvocato? Metto a posto la stanza e le fo subito il caffè.”

“Ma come? È quasi ora di cena!”

Anna cadde dalle nuvole. Credeva che fosse mattina presto. Era assonnata: aveva dormito parecchie ore.  Subito dopo pranzo si era scolata una delle bottiglie di Barbera che il giorno prima un cliente piemontese aveva portato in regalo.

Se non ci stiamo con la testa, non sentiamo il tempo che passa e, magari, parliamo a vanvera. In certi uffici americani si vede appeso un cartello scherzoso:

Make sure brain is engaged, before you put mouth into gear – assicurati che il cervello sia acceso, prima di ingranare la marcia della bocca.

Il fattore più grave che può bloccare il nostro cervello e impedire la percezione del tempo, oltre al rapporto con la realtà, sono le malattie mentali. Ne conosciamo i nomi che si usano nel linguaggio corrente: depressione, esaurimento nervoso, ansie, manie, fissazioni, stress, delirio, allucinazioni, ipocondria, melanconia. Alcuni di questi derivano da terminologie mediche antiche. I termini definiti in modo scientifico dagli psichiatri sono: schizofrenia, ciclotimia, menomazione cognitiva, disturbi bipolari, apofenie. I morbi di Parkinson e di Alzheimer colpiscono notoriamente i più anziani. È arduo e imprudente parlarne senza aver studiato  professionalmente questi processi.

Le nostre facoltà mentali sono talora menomate da traumi, da sostanze che assumiamo o da stimoli esterni. Non è solo l’alcol a distorcere la nostra percezione del tempo. Anche le droghe hanno effetti. Perfino i tranquillanti, quando alleviano gli stati d’ansia, possono indurre stati di atarassia in cui non si pensa nemmeno al tempo che passa. È una menomazione leggera, ma diffusa. Il consumo di tranquillanti e ansiolitici cresce ovunque. Il mercato annuale negli Stati Uniti  era di  150 milioni di dollari nel 1957; attualmente ha superato i 12 miliardi.

Le droghe pesanti hanno effetti più profondi sulle capacità di percezione e non solo del tempo. Ben più drammatici sono gli effetti e le implicazioni dell’assuefazione, della criminalità indotta dall’uso e della criminalità organizzata attiva nel traffico di droga.

Pare che l’LSD (dietilammide dell’acido lisergico) sconvolga e acceleri la percezione del tempo che passa in modo più marcato di ogni altra sostanza. Ha altri effetti sconvolgenti: allucinazione, terrore, insensibilità e percezione distorta anche del proprio corpo. Le descrizioni, anche disegnate, di quanto sperimentato nei “bad trip” (viaggi cattivi) da chi ha assunto LSD sono tremende. Sembrano giustificare l’appellativo di “veleno del cervello” talora usato per l’acido. È sorprendente che personaggi di alte doti mentali e di grande successo pare abbiano voluto sperimentare gli effetti dell’LSD correndo il rischio di una esperienza sgradevole e. forse, di danni psichici prolungati o permanenti. Fra questi i Premi Nobel Richard Feynman e Francis Crick, lo scrittore Aldous Huxley, Steve Jobs e Bill Gates.

Il tempo scorre in modo innaturale anche per chi viene ipnotizzato. È difficile capire bene come, perché non ci sono molte misure da eseguire. Osserviamo i comportamenti degli ipnotizzati e ascoltiamo quello che dicono durante o dopo la loro esperienza. Però non possiamo essere sicuri che non mentano o non stiano recitando.

Pare, dunque, che in uno stato di ipnosi i processi di pensiero si limitino a registrare quanto si sperimenta sospendendo analisi e giudizio. In quello stato si alterano anche forza fisica e sensibilità al dolore. Alcuni uomini provarono a tenere un mattone in mano col braccio teso e in media ci riuscirono per circa 5 minuti. In stato di ipnosi potevano sostenere l’oggetto così per oltre un quarto d’ora. L’ipnotizzatore può far dormire un paziente a comando. Gli dice:”Ora dormirai fin quando non mi sentirai battere le mani.”  L’istruzione viene seguita all’istante. Invece non è vero che possa esser eseguito il comando; “Ora sono le 17 e 30 e ti addormenti. Ti sveglierai esattamente alle 17 e 42.” La maggioranza delle persone, infatti, non ha un suo affidabile orologio interno.

Pare che solo il 10% di noi sia suggestionabile e, quindi, facilmente ipnotizzabile. Un altro 10% non lo è affatto e il resto può essere ipnotizzato solo in condizioni favorevoli e solo da certi operatori.

Stimare correttamente il passaggio del tempo è una parte essenziale del nostro rapporto con la realtà, cioè del nostro essere normali, equilibrati, efficienti. Sconsiglio di menomare quella abilità per aver ingerito qualche sostanza, per  esser stati suggestionati o per semplice distrazione. In alternativa è bene portare al polso un orologio affidabile. Purtroppo molti giovani di oggi non lo hanno.