Perché dici extracomunitario?
di Marco Gasperetti
La parola extracomunitario potrebbe essere cancellata per sempre dal lessico della provincia di Savona. Si è iniziato con il vietarla nei verbali di contestazione di un reato, e poi, chissà, per un effetto domino, il termine potrebbe scomparire da tutti i documenti pubblici e privati e forse anche dal linguaggio parlato. La genesi di questa possibile rivoluzione è una circolare che è stata firmata dal Procuratore Francantonio Granero, e messa a protocollo il 7 settembre 2011.
Troppo presto per avere un immediato riscontro e fino a ieri le forze dell’ordine non ne sapevano niente. “Apprendo la notizia al telefono dai giornalisti – confessa il capo gabinetto della questura, Marco Molinari – e dunque non posso commentare. Ma naturalmente, ci adegueremo alle disposizioni dei pm”.
Ieri non ci sono stati arresti o denunce di stranieri a Savona e dunque nessun problema nell’uso della parola incriminata. Ma già oggi ci si potrebbe adeguare alla nuova forma stilistica voluta dal magistrato e la parola extracomunitario dovrà essere sostituita da persona migrante, oppure da straniero o ancora dalla nazionalità di provenienza dell’interessato. Il procuratore non ha voluto commentare la decisione, ma indiscrezioni parlano di un provvedimento pensato per evitare un connotato razzista al termine extracomunitario, come al termine popolare vu’cumprà, affibiato ai venditori ambulanti di colore. “l’etimologia della parola non è cambiata – spiega Rosanna Bettarini, docente di Filologia all’Università di Firenze – ma è l’uso sociale di essa che ha subito un cambiamento radicale e una connotazione effettivamente razzistica. Nessuno si sognerebbe di chiamare extracomunitario un americano o uno svizzero. La figlia di un mio amico è rimasta sbalordita quando le ho detto che il fidanzatino, cittadino svizzero, era un extracomunitario.
Già, perché pare siano soprattutto le nuove generazioni a dare a extracomunitario una connotazione negativa. “Nel lessico del razzismo democratico è entrato da tempo questo termine extracomunitario – conferma Paolo Fuligni, psicologo sociale e psicoterapeuta -. Il motivo? Semplice, è diventata una parola connotata, ovvero che ha acquisito un significato gergale diverso e in questo caso dispregiativo. Il problema è che le giovani generazioni non conoscono quasi mai il significato originario del termine e gli danno sempre un valore negativo. Dunque ha fatto bene il magistrato di Savona a sconsigliare l’uso negli atti giudiziari. Anche le Nazioni Unite raccomandano un utilizzo attento di alcune parole connotate e con doppi significati per evitare forme di razzismo lessicale”.
Intanto al comando provinciale dei carabinieri si attende la circolare della Procura. Con tanta tranquillità. Anche perché l’Arma, a Savona, extracomunitario lo ha già sostituito con un più preciso extraunionista. Non sarà il massimo dell’eleganza stilistica, però almeno non fa venire in mente lo spettro del razzismo.