Rassegna stampa degli incontri

“Ponti non muri”. La letteratura Palestinese da vicino, con Odeh Amarneh e Murad Sudani

Quella palestinese è una letteratura prevalentemente in lingua araba, che presenta caratteristiche e tradizioni proprie. Nelle pagine di questa letteratura poco nota al grande pubblico, il dramma storico di un popolo e la nostalgia per la terra negata assumono valenza universale, nelle trame delle storie di vita e nella scansione dei versi. Un dramma collettivo si fa emblematico della condizione umana; non solo dei diseredati e dannati della terra, ma anche, di riflesso, della nostra. L’amore, l’esilio, la resistenza e la lotta all’oppressione, persecuzione e prigionia, il diritto alla vita senza rinuncia alla propria identità: tutti questi temi sono sofferti attraverso la memoria, restituiti e filtrati da una originale trasmissione nel testo letterario.

Con delicatezza e sensibilità, la serata intende far emergere dall’oblio della censura le storie del popolo palestinese: le sue innumerevoli trasformazioni sociali e culturali, i sogni individuali e il desiderio comune di liberazione, le memorie collettive e i ricordi familiari, il tormento dell’esilio e l’incredibile resilienza dei bambini che, nonostante tutto, continuano a giocare. Anche se suona come un paradosso, un’immagine contraddittoria e impossibile, all’atto di nascita dello Stato di Israele migliaia di palestinesi furono dichiarati “presenti assenti”: una dicitura che impone la cancellazione di un popolo intero e con esso del vissuto peculiare e insostituibile dei singoli. Ma come spesso accade, fra il trauma e la distruzione intercede la poesia del quotidiano, spesso dolorosa, che eleva la narrativa palestinese a potente forma di resistenza.

Odeh Amarneh, è autore del romanzo “Memoria di un ragazzo di serie B”. Se nella raccolta poetica l’autore cantava l’amore per la sua terra, un sentimento, seppur venato di nostalgia, inteso anche come un ponte di pace fra i popoli, nel romanzo ci racconta le sofferenze, le difficoltà e le ingiustizie subite dal protagonista e dal popolo palestinese nei primi anni Novanta. L’opera narra la vita di bambino spensierato e felice dell’autore-protagonista nel suo villaggio in Palestina, un’infanzia spezzata bruscamente dalla prima Intifada del 1987. La rivolta popolare si sviluppa nei territori occupati da Israele vent’anni addietro, estendendosi da Gaza alla Cisgiordania, con scioperi, dimostrazioni, scontri con le forze occupanti, azioni di disobbedienza civile. Bambini e ragazzi sono protagonisti dell’Intifada: divenuti improvvisamente adulti, abbandonano il pallone e prendono le pietre. La vita serena di un tempo è ormai un ricordo; l’esercito israeliano vuole punire i fautori della sollevazione, compresi i ragazzi coinvolti nella lotta, ed effettua nei villaggi e nei quartieri delle città palestinesi rastrellamenti, arresti, perquisizioni.

Odeh Amarneh è appena un adolescente quando, con i suoi amici, vive la “rivolta delle pietre” contro i carri armati israeliani. L’esperienza lo conduce in carcere, dove, pur essendo minorenne, sperimenta una dura prigionia, fatta di stenti e torture inflittegli dagli investigatori per estorcergli i nomi dei compagni di lotta. Una reclusione che si protrae per diversi mesi, un periodo in cui il giovanissimo detenuto è privato anche del nome, sostituito da un numero. Cella di isolamento, cibo scarso, ingiurie, percosse e maltrattamenti perché il ragazzo firmi una confessione e riveli i nomi dei complici. Ma Odeh non firma, non confessa, e finalmente viene rilasciato.

Nel narrare le memorie della lotta e della prigionia, la voce dell’autore esprime il dolore di un intero popolo dilaniato, privato dell’identità, della dignità, di un futuro decente.

Come tutti gli autori di diari di prigionia, anche Amarneh utilizza il tema del carcere non solo come modalità di rielaborazione di un’esperienza, ma anche come mezzo di veicolazione di un messaggio politico. La testimonianza del vissuto carcerario si mostra, in sostanza, come lo strumento di una consapevole partecipazione a un processo di “riscrittura” della storia contemporanea, in cui l’autore esprime un implicito bisogno di coinvolgimento intellettuale ed emotivo del pubblico di lettori.

Nonostante le esperienze crudeli del carcere e della tortura, comuni a tantissimi palestinesi della sua generazione e di quelle successive, il cuore di Odeh resta quello di un poeta, innamorato del suo Paese e libero di sognare la pace.

Gli ospiti della serata:

  Odeh Amarneh nasce nel 1976 a Yaàbad (Palestina). Attaché Culturale dell’Ambasciata di Palestina in Italia. Nel 2015 ha conseguito il Dottorato di ricerca presso la Facoltà di lettere e Filosofia dell’Università La Sapienza, Roma. Scrittore, poeta e traduttore è componente dell’Unione generale degli scrittori palestinesi. Ha scritto, tradotto e pubblicato molti articoli sulla stampa italiana e palestinese.

Nel 2021 ha pubblicato il suo primo libro di poesia “Animo di Viaggio” Edizioni Billeci. Negli ultimi anni ha ottenuto diversi premi letterari in Italia e in Palestina e al estero. Alcune delle sue poesie sono state tradotte in inglese, spagnolo, francese e in turco.

Murad Sudani (1973, Deir al Sudan, Ramallah, Palestina) è laureato in Letteratura araba all’Università di Bir zeit nel 1995 ed è specializzato in Studi arabi contemporanei nel 2012. Attualmente è il Segretario generale del Comitato nazionale Palestinese per l’Istruzione, Cultura e della Scienza; è il Segretario generale dell’Unione generale degli scrittori palestinesi e dellacasa della poesia palestinese. Dal 1996 al 1998 ha ricoperto importanti cariche all’interno di università palestinesi ed è stato capo redattore di diverse riviste letterarie come:
Al-Shu’ara’, Aquas e Majallat al Asra’. È autore di importanti opere poetiche come: Sudah al wa‘r (L’urlo della campagna) e Al-siraj ‘alian (La lampada lassù) e I segni del narciso (2002, al-zehira), prima opera del poeta tradotta in italiano.

Giuliana Cecilia Piovan, nasce a Bolzano e studia presso l’Università di Padova, ora dipendente
della Pubblica Amministrazione, scrive da sempre ma, gelosissima delle sue opere, pubblica la sua
prima raccolta di poesie e pensieri “Gocce di anima” nel 2021, solo grazie all’insistenza del figlio.
Finalista in diversi concorsi Nazionali, viene anche tradotta in arabo, in inglese e pubblicata sul sito
internazionale Atunis Galaxy Poetry. Collabora con una pagina social, dedicata allo scambio interculturale tra Italia e Palestina. Presidente della Delegazione di poeti e scrittori italiani in visita ufficiale, ospiti dell’Unione Generale Scrittori Palestinesi e dell’OLP (Organizzazione Liberazione Palestina), in un viaggio
tenutosi a maggio 2023. Nel 2024 pubblica la sua seconda raccolta di poesie “Col cuore in mano” edita da Calamus ETS Associazione Culturale e Editoriale, a breve uscirà il suo primo romanzo “Tre donne”.
Dice di sé: “Non posso davvero aggiungere altro, posso solo dire che le poesie io non le penso, non
le invento, arrivano da sole, spesso guardo il foglio e sono già scritte.”

Elisabetta Pamela Petrolati vive e insegna a Roma. Laureata in Sociologia all’Università “La Sapienza” di Roma, master in “Lifelong learning”. Specializzata nell’insegnamento su handicap polivalente. Socia dell’ ASI, Associazione Sociologi Italiani. Ha pubblicato tre raccolte personali di poesie. Ha ricevuto vari e numerosi premi in Concorsi Poetici nazionali e Internazionali. È stata insignita del Premio “Women for culture and for peace” dall’”International Award 2023” indetto dal CIESART e dal Circolo de “Le Nove Muse”. Le sue poesie sono state tradotte in arabo e in romeno e sono state pubblicate sulle riviste romene ”Onexiuni” e “Poesis” su traduzione del prof. Stefan Damian. Attiva nello scenario poetico- letterario come partecipante e organizzatrice di reading e presentazioni di libri. Giurata in vari e prestigiosi concorsi. Redattrice per la rivista “Agire Sociale News” dell’Associazione “Pina Alessio”. Collabora in vari progetti interculturali, tra cui la rubrica “Poesia e letteratura”, curata dal prof. Domenico Pisana, inserita nelle varie attività dell’associazione “Egitto Ora”, che si occupa di rafforzare i legami culturali e di pace tra Egitto e Italia. Membro onorario dell’Unione Scrittori Palestinesi.