Energheia, una parola che non smette di raccontare il mondo
_ di Davide Rondoni
Presidente Giuria XIX edizione Premio Energheia_2013
Lucania, terra di luce e pietra, Luceania ti chiamo o mormoro mentre mi perdo e mi ritrovo tra scoscendimenti e aperture, precipizi e pitture.
Tra gentilezze e fratture.
Matera capitale, fatale città, capitale di niente o della luce o del risalire faticoso dei secoli, dei pianti trattenuti, dei viottoli incantati.
Della strana energheia, straniante energia. Fatta di tempo, di immobilità vorticosa. Di qualcosa che pulsa come un cuore remoto, potentissimo, sotto le piastre dei sassi e del cielo.
Energheia del vento sui passi solitari dei pensosi di qui.
Dei sempiterni mocciosi.
Energheia di un Dio che non si ferma da nessuna parte, Cristo rupestre, Cristo quasi capra che segue i pastori sotto le pitture di angeli e fiori.
Energheia d’una parola che non smette di raccontare il mondo. Pitture rupestri, racconti di giovinastri, racconti maldestri. Racconti di miracolosa bellezza. Di ardente giovinezza. Di solitudine e inizi d’amore. Malattie e improvvise avvisaglie di felicità.
Energheia di un solitario felice e infelice, di un sognatore bizzarro e laterale, di un senza scena nella città scenario. Uno di una scena profonda, dietro i movimenti del sussulto immobilizzato delle case, dei secoli e dei sassi. Scena profonda da cui risalgono parole sempre nuove, anima mormorante, fiato, spirito e pugno di paglia e di luce.
Grazie a Energheia, a Felice e alle persone che lo accompagnano.