Quando la letteratura è disegnata
Per molto tempo il fumetto non è stato considerato all’altezza di un libro. Era una forma d’espressione ritenuta di seconda categoria, da sempre vittima di denigrazione da parte di una folta pletora di elitisti del racconto e dell’informazione esclusivamente in forma scritta.
Così, per iniziare a essere presa in seria considerazione dalla critica e diffondersi verso un pubblico più vasto, ha dovuto cambiare nome: da fumetto a graphic novel. È un dibattito infinito quello sulla presunta distinzione tra questi due termini: per alcuni dovrebbe segnare chiare differenze stilistiche e di formato tra un’opera e l’altra. Secondo altri la distinzione sostanzialmente non sussiste e il termine inglese sarebbe solo una geniale trovata commerciale per aprire ai fumetti e alle case editrici le porte delle librerie, nonché delle redazioni culturali dei giornali.
Occorre avvicinarsi a questo mondo senza il pregiudizio che tutto ciò che è fumetto sia esclusivamente divertissement, leggerezza, superficialità. C’è una visione ristretta e limitata non solo del ruolo, ma anche delle potenzialità di questo medium che, quando vuole, sa essere uno strumento serio, in grado di trattare temi e argomenti complessi con una potenza narrativa e un’efficacia non inferiore a qualunque testo scritto.
Negli anni i fumetti hanno raccontato molto della nostra società, e hanno ancora molto da dire. Basterebbe guardarsi intorno per scoprire veri e propri capolavori più o meno recenti che si sono presi l’onere e l’onore di trattare fatti di attualità, approfondire tematiche di rilevanza sociale, prestare le loro pagine a inchieste e servizi di giornalismo investigativo, raccontare accadimenti salienti della nostra storia da punti di vista non convenzionali. Tutto questo ha consentito a molti di questi contenuti di ampliare la portata del loro messaggio, raggiungendo un bacino di utenza più ampio e altrimenti difficile da intercettare. Il fumetto non è “un giornalino”, è contenuto di valore, opinione e pensiero.
Tra gli artisti è facile menzionare un fenomeno commerciale come Zerocalcare, che ha raccontato il conflitto in medio oriente in uno dei suoi volumi più riusciti sia stilisticamente che commercialmente: Kobane Calling. Un’opera che ha avuto il merito di porre l’accento su aspetti del conflitto sconosciuti ai più e scarsamente trattati dai nostri media, quasi a voler costruire una sorta di controinformazione.
In conclusione possiamo dire come i fumetti, come affermava Hugo Pratt, siano Letteratura disegnata, ovvero parole e immagini nello stesso contesto narrativo, dove chiunque può trovare qualcosa di unico.