Raccontare la nostra Africa!
– di Antonio Spera, Associazione Amani_
Da anni ci interroghiamo su come possiamo contribuire a costruire una società più consapevole, più partecipata, più critica. Abbiamo capito che lavorare e coinvolgere il mondo della scuola era la via giusta da seguire. Ma come? In che modo? Poi ci siamo resi conto che il nostro contributo non poteva essere quello di raccontare una realtà preconfezionata, ma dovevamo fermarci un po’ prima: offrire opportunità di conoscenza. Come Amani abbiamo pensato questo. Raccontare la nostra Africa, alla luce di 15 anni di lavoro in Kenya, Zambia e Sudan a stretto contatto con le popolazioni locali, avrebbe rischiato di consegnare agli studenti delle scuole superiori della Basilicata solo la nostra narrazione. Affascinante, ricca di episodi, ma non avrebbe raccolto la nostra sfida: offrire l’opportunità di aprire il continente africano a giovani visitatori attraverso il nostro impegno, offrendo un punto di vista privo di filtri.
Siamo entrati nelle scuole in punta di piedi. Raccontando Amani, l’impegno conla Provinciadi Potenza e i tanti partner istituzionali, l’associazione Energheria. Attraverso un problema reale, l’ormai annosa crisi idrica del corno d’Africa, e una suggestione, immaginare una storia africana stando a casa, abbiamo voluto cogliere l’immaginario di giovani ragazzi/e su un luogo così lontano, apparentemente, ma anche così vicino ormai. Ognuno di loro ha pescato dal proprio vissuto quotidiano contaminato sempre più dalla presenza di migranti provenienti dalla remota Africa. Chiedere loro di scrivere una storia sull’acqua e sull’Africa non ci avrebbe restituito appieno gli occhi dei giovani scrittori lucani. Per questo abbiamo chiesto loro di trovare foto capaci di consegnarci le suggestioni dei loro scritti. Immagine e narrazione.
E’ stato così costruito un percorso fatto di foto, suggestioni, immaginazione, luoghi comuni, informazioni spesso mal veicolate, che poteva essere messo in discussione solo attraverso un contatto diretto con la realtà africana. Un’esperienza reale, un viaggio a Nairobi, per i giovani vincitori over 18, il più possibile senza filtri ma attraverso quello che come Amani stiamo facendo in Kenya. Gli anglosassoni di nuova generazione lo chiamano Learning by doing, imparare facendo. Con lo stesso spirito i vincitori under 18 sono stati ospiti del Premio Ilaria Alpi. Per capire da vicino il giornalismo d’inchiesta e la necessità di raccontare i fatti e la storia senza mezze verità. Come nel caso della giornalista Ilaria Alpi.
Come sempre quando si entra in comunità così definite come quella scolastica ti chiedi se il tuo contributo sia interessante e se susciti attenzione e curiosità. Rimarremo con questo dubbio ma di certo sappiamo che rimettere i ragazzi/e al centro di autentici e partecipati processi di sano protagonismo ci aiuterà a costruire la società del domani. Più curiosa, consapevole e più informata.