Rossella Villani, Pittura murale in Basilicata. Dal Tardo Antico al Rinascimento
Un itinerario guidato attraverso la Basilicata per scoprire i meravigliosi affreschi conservati nelle chiese rupestri. È questo l’obiettivo che l’autrice ha voluto perseguire, proponendo una meticolosa opera di studio e ricerca sulle pitture murali delle chiesette lucane.
Il lavoro di Rossella Villani contribuisce in misura determinante a far luce sulla storiografia artistica della Basilicata, viaggiando nel tempo e nello spazio, di una Regione del Mezzogiorno che ha fatto per secoli da territorio di convergenze di più culture, ognuna delle quali ha lasciato purtroppo ben poche tracce di sé in ragione sia delle diverse calamità naturali che l’hanno interessata (frane, eventi sismici, erosioni idrogeologiche, ecc…), sia dell’isolamento politico-amministrativo che ha fatto da complemento alla floridezza della sua economia sin dall’avvento della feudalità introdotto dalla conquista normanna.
“L’intento di questo excursus sulla pittura murale in Basilicata è di veicolare, a prescindere da finalità squisitamente specialistiche, parte delle espressioni più significative della cultura artistica lucana e fornire la chiave di lettura di opere d’arte di pregio, in taluni casi deteriorate e quasi completamente distrutte dalle intemperie e dal trascorrere degli anni, ma più spesso confinate nella dimenticanza e nell’oblio.
Il percorso di pittura murale ripercorre cronologicamente le tappe e i momenti evolutivi del processo pittorico lucano, a partire dal IX secolo, con l’antico ciclo rinvenuto nella Chiesa rupestre del Peccato Originale, a Matera, sino a giungere alla prima metà del Cinquecento, con il notevole corpus di opere siglate o attribuite a Giovanni Todisco di Abriola, ultimo grande esponente della pittura a fresco lucana.
L’itinerario pittorico proposto ha privilegiato la pittura murale che, rispetto al dipinto su tavola, rappresenta una delle massime espressioni artistiche endogene cominciata, sin dal X secolo nelle chiese rupestri materane e continuata, successivamente, nelle chiese e nei conventi lucani”.