Solo per Anita
_Associazione Energheia_2005.
Bisogna decolonizzare il nostro immaginario, scrive Serge Latouche, se vogliamo davvero cambiare il mondo. E per cominciare occorre fermarsi
un attimo ad ascoltare. Leggere i racconti di Africa Teller può essere un buon esercizio di ascolto, una occasione da cogliere, una pratica benigna:
sono storie servite fresche per la tavola imbandita della buona lettura.
La tradizione, i drammi, la reinvenzione continua dei percorsi di vita,
il sorriso. Un sorriso. Il sorriso splendente sul volto di Anita. Ed il formaggio.
Cosa c’entra il formaggio con il premio letterario Africa Teller?
Mungere parole alle mammelle della vita, riscaldarle nel pentolone
della storia e poi lasciarle cagliare lentamente. Dare forma e salare,
rendere le parole sapide al gusto di chi dovrà, leggendole, assorbirle dentro
di sé. Storie come nutrimento primario al pari di un buon formaggio.
E Anita? Anita osserva e sorride. È per lei, per il suo diventare donna,
per i suoi cinque anni che insieme a padre Kizito Sesana proviamo
a fare il formaggio nella casa di Anita. La casa di Anita, alla periferia
di Nairobi, ospita quaranta bambine salvate dalla vita di strada. È per
Anita che da cinque anni con padre Kizito e con Gian Marco e tutti gli
amici di Amani continuiamo a raccogliere storie, a tradurle, a pubblicarle,
a premiarle. Per il sorriso di Anita.
Sarebbe bello se un giorno potessimo trovarci al contrario, a collaborare
ad un premio letterario istituito a Nairobi dal titolo “Europa Teller”.
Un premio letterario africano riservato a giovani scrittori europei ed il
cui premio è un viaggio in Africa. Cominciamo a provare a rendere realmente
bidirezionale il ponte di comunicazione tra culture, idee, esperienze,
sogni. Nel percorso difficile e lungo di un ponte di pace.