Sovraccarichi di informazioni?
Certo chi vive in città è avvolto da simboli: cartelli, insegne, giornali, libri, documenti e, sempre più, videate di lavoro, di corrispondenza e anche di cultura. E’ davvero troppo? Ci fa male? Non veniamo distratti tanto che lavoriamo peggio e che siamo meno originali?
di Roberto Vacca_
“Mi stacco da Internet. Troppo stress. Troppe parole, lettere, numeri, immagini, grafici. Me se stramanneno le palle dell’occhi. Questo è l’ultimo E-mail che vi mando. Non mi cercate più.” – diceva il messaggio circolare del mio amico viterbese. Da allora non ho è più ricevuto segnali da lui. Non l’ho cercato, ma mi sono chiesto: “Sarò anche io sovraccarico di informazioni – di segnali?”
Mi sono risposto di no. Certo chi vive in città è avvolto da simboli: cartelli, insegne, giornali, libri, documenti e, sempre più, videate di lavoro, di corrispondenza e anche di cultura. E’ davvero troppo? Ci fa male? Non veniamo distratti tanto che lavoriamo peggio e che siamo meno originali? Ma il rischio esiste se prendiamo cattive abitudini anche fuori dalla telematica. Perdi tempo e occasioni anche se non puoi fare a meno ogni giorno di leggere lo stesso fumetto, di risolvere un cruciverba, di ripetere discorsi triti, di fissare uno schermo TV – e poi (passando alla telematica) anche di chattare on line con sconosciuti o di navigare su Web senza rima, nè ragione. Io sostengo che da tanti siti Web creati da persone serie e abili, puoi trarre vantaggi enormi: culturali, umani, spirituali, lavorativi. Anche gli scienziati dovrebbero crederlo e scambiarsi messaggi illuminanti, interfecondando le loro menti e formando stimolanti comunità virtuali.
Ma pensavano il contrario certi fisici, storici e filosofi della scienza che hanno partecipato recentemente a un simposio intitolato “Seven Pines (7 Pini)” a Stillwater nel Minnesota. Discutevano sugli effetti negativi che Web e comunicazioni satellitari possono avere sull’attività scientifica. Ogni nuovo risultato ottenuto, ogni congettura, ogni sviluppo teorico è subito disponibile in rete. Tutti sanno tutto degli altri. Imperano le mode stabilite dagli scienziati più famosi. Nessuno è più isolato. Quindi è arduo, specie per i più giovani, seguire strade nuove, originali, indipendenti che avrebbero potuto rivelarsi fruttuose.
Il fisico Carlo Rovelli, professore a Marsiglia, ha sostenuto a quel simposio che oggi i problemi della fisica fondamentale richiedono di essere ripensati dalle basi, ma è difficile riuscirci se è troppo forte il rumore di fondo delle comunicazioni, dei messaggi, delle newsletter.
Jeffrey Harvey, fisico dell’università di Chicago ha detto che la pubblicazione in rete di statistiche e graduatorie sul numero di volte che un lavoro scientifico viene citato da altri scienziati, spinge i ricercatori al conformismo. Pensano di guadagnare status solo se vengo citati e che verranno citati solo se seguono le mode prevalenti.
Rovelli sta cercando di quantizzare la relatività generale, studia la microstruttura dello spazio fisico quantistico e l’entropia dei buchi neri. Harvey si occupa di teoria delle stringhe e di cosmologia. Sono professionisti ed è probabile che i loro timori siano fondati. Mi permetto, quindi, di dissentire da loro solo sommessamente con i quattro argomenti seguenti.
Lo Science Citation Index, un librone in cui vengono contate le citazioni di tutti i lavori scientifici pubblicati al mondo, viene pubblicato da decenni e non ha frenato il progresso scientifico – anche se sono noti casi di cricche di baroni che hanno soffocato l’originalità di scienziati giovani.
L’isolamento proteggerebbe l’originalità, ma favorirebbe la duplicazione di sforzi identici e impedirebbe l’aggiornamento.
Quasi nessuno scienziato opera nel vuoto. Tutti si giovano dei loro predecessori. Mi pare che anche Newton abbia ripetuto la similitudine: “Siamo nani che camminiamo sulle spalle di giganti.”
Infine i veri pensatori originali hanno spesso forza tale da trascurare convenzioni e imposizioni conformistiche.
Restò indipendente, roccioso e spesso aspramente criticato o ignorato il fisico Giuliano Preparata recentemente scomparso. Non ebbe riconoscimenti che meritava. Credo che la sua opera potrà essere rivalutata drammaticamente se certe sue teorie verranno confermate dall’esperienza.