Quando le storie e le parole diventano infinite.
_di Stefania De Toma, Associazione culturale Energheia.
Energheia e Felice con il suo plico di raccconti da leggere sono stati per me, forse, il primo benvenuto a Matera. Ero appena rientrata dal viaggio di nozze e durante il passeggio di quella che sarebbe diventata di lì a poco la mia piazza mi fu presentato da Biagio Mattatelli, amico prezioso di vita e di libri, sempre nel cuore di tanti di noi. Non mi sembrava vero, era come se le coincidenze creassero ogni circostanza favorevole perche io amassi da subito questa città. Incontrare addirittura una persona che mi chiedeva il favore di leggere, io che i libri li porto con me nelle borse, in auto, perfino alcuni particolarmente piccoli nelle tasche interne dei giubbotti invernali, mi sembrava un regalo prezioso e rivelatore di quello che sarebbe diventato il mio rapporto con questa città bellissima.
Da allora l’amicizia con Felice e la lettura estiva dei racconti di Energheia sono diventati una tradizione che, come tale, ha visto diventare anche mia figlia Alessandra una “lettrice” degli inediti che a centinaia ogni anno arrivano sul sito di quella che poi è diventata una associazione culturale sempre piu senza frontiere, colorata anche delle tinte calde dell’ Africa e dei ricchi percorsi europei.
E sì, perche da allora son trascorsi diciotto anni e quel che sembrava un’audacia di un lettore appassionato è diventato un punto di riferimento fondamentale ormai a livello sempre più internazionale per un genere letterario – quello dei racconti brevi – tanto pregiato quanto forse trascurato. La circostanza di leggere anche in brevissime pause mi ha fatto amare negli anni la vastità della produzione dei racconti brevi, da Buzzati a Babel, da Hemingway a Herman Hesse, da Thomas Mann a Murakami, da Checov alla Munro, solo per citarne alcuni. Ma, nel tempo, anche di scrittori celati nei cassetti delle proprie scrivanie o nelle attese nelle case editrici, di passioni che si aveva paura di manifestare magari solo per pudore. Le pubblicazioni di Energheia hanno regalato pagine a chi scrive anche solo per diletto, hanno fatto e fanno in modo che storie e parole possano essere lette e diventare infinite, dato coraggio a lettori innamorati di passare dall’altro lato della pagina…
Ho nel cuore un racconto su tutti, parlava di un violinista che si esibiva in un piano bar della mitteleuropa e dei pensieri che gli scorrevano al suono della sua musica, la storia che si ripete di un clown costretto a sorridere ma con turbini che gli affollano il cuore. Il racconto fu premiato e con mia sorpresa l’autrice era una casalinga del Nord gioviale e sorridente, in età da pensione, mentre avevo immaginato un sofferto scrittore con la barba, pensoso e solitario.
Non so se la signora Laura abbia continuato a scrivere – lo spero – ma molti hanno iniziato a fare gli scrittori proprio dopo l’esordio della pubblicazione con Energheia. Quest’anno ho conosciuto lo scrittore Paolo di Paolo che della vittoria di tanti anni or sono continua a dirsi grato e orgoglioso. Io, per me, come tanti, sono grata a Felice perchè non si stanca nell’inseguire tutti i percorsi accidentati che stanno rendendo Energheia sempre più grande, grata per la sua missione di divulgatore della letteratura e, in maniera silenziosa ma efficacissima, di esportazione nel mondo della immagine della nostra città.