Torino dopo le auto, una mobilità nuova per la Città Comune_Matera, venerdì 27 gennaio 2017 Le Monacelle, ore 18:30
Un nuovo appuntamento sul tema della mobilità urbana e della città futura è quello che sarà affrontato nel corso della presentazione del libro di Giovanni Valle dal titolo Torino dopo le auto, una mobilità nuova per la Città Comune edito da List Lab, previsto per venerdì 27 gennaio presso la Sala conferenze delle Monacelle alle ore 18:30.
L’iniziativa, promossa da più soggetti culturali: l’associazione Energheia, la UISP Matera, la Libreria Dell’Arco e che vede il patrocinio del Comune di Matera e delle Fondazioni Le Monacelle Cultura e Matera 2019, si prefigge di portare all’attenzione in primis degli amministratori e dei cittadini un modello di mobilità urbana che vada oltre l’auto.
Non è un caso come l’esempio che verrà presentato sia stato sviluppato proprio nella città di Torino, città per antonomasia culla dell’auto.
Il libro si impreziosisce di una prefazione di Carlo Petrini, Presidente Slow Food, che ribadisce … Ancora oggi, molte persone che non hanno una conoscenza diretta della città di Torino, la immaginano grigia e pesantemente industrializzata, tralasciando invece i suoi numerosi parchi e parchi fluviali, la bellezza del barocco e dell’art nouveau, delle architetture sabaude, dei caffè della belle époque.
L’autore prende spunto dalla città piemontese facendola assurgere a luogo simbolico e paradigmatico di quel che potrebbe realizzarsi in altri contesti, cercando di realizzare un modello innovativo di mobilità che riesca a mettere al centro i Cittadini.
Infatti a suo dire l’impianto industriale ha fatto il suo corso, ha vissuto tra queste strade i suoi tempi d’oro e poco alla volta il suo declino, non immune al trend dell’occidente globale, e oggi questa città sta riscoprendo una dimensione più improntata alla cultura e alla bellezza. Una dimensione più umana che passa attraverso la musica, l’arte, la gastronomia, le iniziative di impegno civile.
Oggi in tutte le cose, affinché si registri un cambiamento vero, è necessario ripensare al nostro modo di organizzare il tempo nelle nostre città, sostituendo le pratiche esistenti con soluzioni meno impattanti sulla nostra qualità della vita.
In definitiva partire dall’individuo e dal suo Ben Essere che inevitabilmente si riversa sugli altri e che ci rende più consapevoli all’idea di Bene Comune, guardando oltre quello che alla vecchia guardia sembrerebbe una rinuncia, un passo indietro. Imparare a guardare oltre.
La meta di questo breve viaggio – secondo l’autore – non è una “Città perfetta”, più o meno radiosa, cristallizzata nella sua astrazione, ma la nostra Città Comune: la Civitas dei volti, delle storie personali, delle idee… nel suo cammino di continua scoperta e invenzione. Forse il luogo migliore in cui muovere, con meno affanno e maggiore cognizione, il tempo e il senso delle nostre vite.