Uliano Lucas
Uliano Lucas nasce a Milano nel 1942 da Giorgio Agliani e Adele Lucas Negri. Il padre, operaio alla Breda di Sesto San Giovanni, comunista, antifascista e partigiano, subirà un confino di cinque anni prima a Ponza e poi a Pisticci(MT). E sarà proprio in conseguenza dell’impegno politico del padre che Lucas crescerà e si formerà in un ambiente di tipo proletario che aspirava a grandi cambiamenti sociali. Studente al Convitto Scuola della Rinascita, il giovanissimo Lucas, «curioso e irrequieto» dimostra ben presto di non essere portato per la vita ordinata e stabile del Convitto, tanto che viene espulso dall’istituzione scolastica con la motivazione di “studente indisciplinato”. A sedici anni incomincia a frequentare il Bar Jamaica di via Brera a Milano, e il Bar Genis all’angolo tra via Brera e via Pontaccio, allora ritrovi e crogioli di idee e progetti innovativi che coinvolgevano intellettuali, artisti, giornalisti e fotografi come Ugo Mulas, Alfa Castaldi, Mario Dondero e anche Carlo Bavagnoli e Giulia Niccolai. Ed è proprio da queste frequentazioni che nasce preponderante in Lucas la passione per la fotografia e più precisamente quella del fotoreporter freelance, una professione a quel tempo idealizzata, fatta anche di considerevoli sacrifici, ma per la quale avrebbe potuto impegnarsi socialmente e che in tutti i modi comunicava, ad uno spirito libero e ribelle come il suo, piena indipendenza ed autonomia senza vincoli e costrizioni dettate da un “capo”.
Sempre attrezzato di macchina fotografica Uliano documenta aspetti, virtù e contraddizioni di una città che conosce profondamente, Milano. Nel 1964; a ventidue anni fotografa nei due famosi bar di Brera, la bohème milanese dell’epoca, il Genis pittori, scultori e designer allora alle prime armi e che ben presto si sarebbero affermati: Ugo La Pietra, Luciano Fabro, Aurelio Caminati, Agostino Ferrari e Nanda Vigo. Ed è ancora sviluppando il tema della documentazione delle atmosfere cittadine milanesi che fotografa i protagonisti e i fermenti nascenti del tempo, che avrebbero delineato le linee di quella che sarebbe stata da allora in poi la musica italiana. Segue e fotografa i gruppi rock de I Ribelli e degli Stormy Six, frequentando anche uno dei cabaret che sarebbero entrato nella storia della attuale città metropolitana, il Cab 64 di Velia e Tinin Mantegazza, dove si esibivano cantanti Bruno Lauzi, Enzo Jannacci e Giorgio Gaber e gli attori Paolo Poli e Cochi e Renato.
Dopo queste iniziali esperienze lo spartiacque che rappresenta il Lucas degli inizi con il prosieguo della sua carriera di fotoreporter impegnato, sarà l’avvento del Sessantotto. Da allora in poi il suo impegno nel sociale sarà totalizzante e riguarderà temi diversi che lo porteranno in diverse nazioni d’Europa, del Medio Oriente e dell’Africa subsahariana. Inizia dalle piazze del sessantotto, fotografando la contestazione giovanile in luoghi stracolmi di studenti, operai e drappelli di polizia e le barricate; dalle università occupate, dai cartelli e striscioni e murales inneggianti alla lotta, delle assemblee con i contestatori dagli sguardi attenti e con le notizie diffuse dai megafoni Fotografa le manifestazioni del Movimento di Liberazione delle Donne (MLD) e del movimento femminista con i cartelli che magnificavano “il ritorno delle streghe” e mettevano in guardia con l’ormai noto slogan Tremate, tremate le streghe son tornate!
Questo sarà l’inizio di una serie, difficilmente elencabile, di tutti i diversi reportage fatti dal noto fotoreporter milanese nei suoi cinquant’anni di attività come freelance per giornali e riviste. Molti dei suoi più importanti reportage diverranno parte dei circa suoi 70 libri fotografici, un’altra delle peculiarità che fa di Uliano Lucas uno dei pochi fotoreporter italiani ad avere avuto una produzione tanto prolifica.(Ospite Premio letterario Energheia 2024_XXX edizione).