Una città fuori dal tempo, Margherita Bazzocchi_Cesena
Matera, la città dei Sassi: nulla abbiamo in comune lei e io, malleabile come la creta. Dove lei è
salda e incrollabile, io fluttuo come un’alga al primo soffio di vento, dove lei stabile e completa io
incompiuta come Babele. Ma, alla fine, non è proprio l’esistenza di opposti a reggere il mondo, a
mantenere l’equilibrio vitale?
Il mio è stato più un passaggio che un vero e proprio viaggio, considerato che vi ho trascorso un
solo pomeriggio e una sola notte, meno di ventiquattr’ore. Le strade, le città, l’attesa, i filari di ulivi
intervallati da piccoli trulli che hanno accompagnato il nostro viaggio che ha tagliato a metà il Paese
dello stivale a partire da Cesena: ogni elemento si è andato a sommare accrescendo aspettative ed
emozione. A malapena sono riuscita in realtà a sporgermi dalla terrazza panoramica accanto al
Duomo e a passeggiare brevemente per i suoi antichi vicoli prima del piacevole incontro del
pomeriggio con Emanuele Cerullo e con il rappresentate spagnolo Fernando Clemot; eppure quei
brevi attimi sono bastati per suscitare in me il desiderio di tornare, un giorno, ed assaporare con più
attenzione e serenità l’apparenza fantastica, fuori dal tempo, della città dei Sassi.
È indubbio che Matera avrà sempre un valore incommensurabile nei miei ricordi come la città che ha ospitato la
mia prima premiazione, il mio primo tanto ambito riconoscimento pubblico: si è resa teatro di uno
dei momenti più salienti e importanti della mia vita, e per questo non la dimenticherò mai. Quando
infine per me e mio padre, inseparabili compagni di viaggio, è arrivato sin troppo presto il momento
della ripartenza, l’amichevole gestore del B&B Le Due Nicchie in cui alloggiavamo, che tra l’altro
ha seguito lo speciale sul premio al telegiornale e si è calorosamente congratulato con me, si è
raccomandato di tornare, un giorno: accoglierò certamente il suo invito, e segnerò tutta la cartina
che non ho potuto utilizzare con croci di esperienza con genuino entusiasmo di turista,
ripercorrendo le tappe di quell’intensissima giornata di quel già troppo lontano settembre 2021, si
spera quando sarò più pietra e meno creta.