Una partecipazione collettiva, Teresa Ambrico
Incroci, incontri, scambi, immagini, plichi di racconti scambiati tra lettori che per alcuni giorni entrano in quel mondo di scrittori che col numero necessario di battute per la creazione di un racconto, costruiscono un senso, un significato, un evento da raccontare. Questo mondo ricco di idee attraversa l’attenzione, la curiosità, il giudizio di coloro che ad un certo punto delle loro giornate si dedicano alla lettura per il Premio e per chi vi partecipa.
Questo è quello che ogni volta il Premio mi rimanda; un traffico di pensieri, di elaborati, di opinioni, di inviti, di presenze che accettano di presenziare la Giuria
perché invitati da Felice, qui, a Matera.
Più di una volta con Felice abbiamo osato, abbiamo mandato l’invito e sempre è stato accettato. Poi la convivialità, lo stare insieme per l’impegno di quella letteratura che passa come un treno con passeggeri che scendono nella stazione di Matera, quella di Energheia.
Riconosco quel periodo dell’anno che va dalla primavera a settembre che rinnova l’appuntamento con nuovi ospiti, nuovi racconti, mani diverse, sconosciute
tra loro, che si scambiano gli elaborati. Lavoro in Biblioteca sommersa dalle parole, dalle idee, dal patrimonio letterario ma con Energheia la dimensione dell’inesauribile è più che evidente, tanto quanto l’energia di Energheia.
In questo crocevia d’informazioni, di curiosità, di novità, si annida la passione per la cultura viva, vivace, quella che muove l’immaginazione e la riflessione se pur con un solo scatto fotografico all’anno, uno scatto che si rinnova ogni anno, tale da avere tante fotografie in racconti e ospiti, pubblicate poi nelle raccolte del Premio.
Anche per questa presentazione mi scorre un ritmo, un torrente di aggettivi, di immagini. È proprio un ritmo, sì, uno scorrere, nessuna stasi ma movimento
che si sposta da un individuo ad un altro, brevi toccate che comunicano un’intesa, quasi una complicità con l’intenzione di portare a compimento un risultato che si
riproduce senza essere mai definitivo. L’anno successivo ce ne porterà uno nuovo.
Questo per me è il Premio, la raccolta dei racconti, un insieme, una partecipazione collettiva, con più attori, lettori, scrittori, ospiti, amici e risate, commenti, citazioni, tutto nella cornice del Premio che dal 1992 coinvolge i protagonisti che s’incrociano per l’appuntamento.